tag:blogger.com,1999:blog-5820475839446781382024-03-13T04:25:35.265+01:00No one here gets out aliveVivere è cosa rara al mondo.
La maggior parte della gente esiste e nulla più.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.comBlogger42125tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-37311121481414313862014-07-23T15:53:00.001+02:002014-07-23T15:53:52.413+02:00Statistiche estive. The revenge.Fino a qualche anno fa mi divertivo a fare le statistiche di ogni estate. Mi sembrava tutto così scontato, che il fatto di andare al mare tutti i giorni e non fare niente per qualche mese non mi pareva così una gran cosa. L'estate così si poteva definire ben riuscita quando avevo conosciuto gente, quando mi ero abbronzata ben bene, quando avevo tinto i capelli di un bel colore, quando ero stata brava al saggio estivo di musica e quando i miei amici citofonavano a casa tante volte per uscire, e io scendevo ogni sera coi capelli bagnati e elaborate architetture di eyeliner sulle palpebre. L'estate si poteva definire mal riuscita quando c'erano stati troppi litigi, quando avevo passato molto tempo a sudare davanti al pc e troppo poco in spiaggia, quando al saggio di musica avevo preso troppe stecche e quando l'ennesimo ragazzino belloccio si era fidanzato con qualcun'altra lasciandomi sotto l'ombrellone da sola a leggere il Giovane Holden.<br />
Bene.<br />
Adesso mi rendo conto di quanto quelle statistiche e quei bilanci fossero assolutamente irrilevanti, perché ogni estate, nel bene o nel male, aveva sempre qualcosa da offrire. Che fosse la spiaggetta vicino casa o un viaggio studio lontano; che fosse uno spettacolo musicale in piazza o una birra tiepida al parco, di pomeriggio; che fosse una camminata con un ragazzo carino, che comunque non mi avrebbe mai guardata in quel senso.. I giorni erano così pieni, ma allo stesso tempo erano carta bianca che fremeva dalla voglia di essere scritta, e io scrivevo sempre: musica, parole, risate, anche un po' di sana adolescenziale tristezza.<br />
Adesso i miei giorni sono carta scritta infinite volte con cose diverse; stropicciati, ingialliti e macchiati di inchiostri di colori diversi.<br />
Faccio le stesse cose sbagliate, ogni giorno: dormo male, dormo troppo, dormo poco. Lavoro, torno a casa, mi propongo di studiare, ci provo, mi innervosisco, impazzisco. Le persone mi sembrano tutte sbagliate o troppo poco giuste, solo un pericolo da allontanare, salvo pochissime eccezioni. Ho pensato e ripensato e ripensato, ho fatto sogni di posti lontani e strani. E quello che ho capito è che me ne devo andare da qui. Al più presto.<br />
<br />Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-1982301398141194702013-07-17T00:45:00.001+02:002013-07-17T00:45:24.698+02:00In una notte d'estate (2003-2013)Riflettevo, stasera.<br />
Mettevo in ordine i cd e ad un certo punto ne esce fuori uno senza nome. Immacolato.<br />
Riproduco la playlist e parte subito un arpeggino malizioso e una voce familiare che canta "Baciami, baciami ancora, e concentrati ti prego non vorrei che fosse l'ultima volta".<br />
Riflettiamo un attimo. Sono passati davvero DIECI anni dall'uscita di quella canzone nonché dalla prima estate più-o-meno ufficialmente adolescenziale della mia intera esistenza? GIA' dieci anni? Sembra passato un giorno da quando mi intrattenevo sulle sdraio del mio lido alle ore undici di sera -tardissimo!- con i miei amici di allora. Parlando.. Di cosa? Di cosa si parlava a tredici anni? Non me lo ricordo più. Forse si parlava di canzoni. Ecco, ora inizio a ricordare. Io ero l'unica che non sopportava Ramazzotti. Forse si parlava di capelli. Io avevo due antiestetiche méches giallo limone tra i capelli scurissimi, una tragedia. Forse si parlava di ragazzi. Io avevo una cotta tremenda per uno che manco mi guardava. Forse si parlava di scuola. Io ero la secchiona del gruppo. Faticavo a stare appresso ai gusti degli altri, però ci stavo lo stesso, perché avevo tanti amici e non potevo tirarmi indietro, non potevo rovinare tutto. Andavo dovunque andassero e mi incantavo ascoltando "In una notte d'estate" al lettore portatile (vi ricordate? Dovevamo trascinarci tutto il lettore ed i cd! Ah!). Ma ero troppo piccola per capirla fino in fondo. Che voleva dire "accendere il fuego"? E che cos'era il "seme" di cui si parlava? Domande troppo grandi per una che nel 2003 aveva tredici anni, sfoggiava incerta la sua prima minigonna di jeans con le perline rosse e aveva giocato per l'ultima volta con le Barbie giusto qualche tempo prima, ma figuriamoci, non l'avrebbe mai ammesso. In fondo quella tredicenne è ancora qui. Non si è mossa.<br />
Non sopporta Ramazzotti. Ha alcune antiestetiche méches bionde, residuo di un modernissimo shatush fai-da-te venuto fuori male. Ha una cotta per uno che non la guarda neanche. Colleziona 30 sul libretto come caramelle. Però non ha più tanti amici. Ha scoperto quanto sia bello stare da soli, anche se fa un po' male. Anche in una notte dell'estate 2013.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-77319743196096799892012-06-01T02:04:00.001+02:002012-06-01T02:04:21.227+02:00La primavera trascorreva lenta ed esanime, felice e triste e improvvisa ma prevista, con picnic nei grandi parchi della città e tanti amici, tanti sguardi inutili e tante risate e tanti tiramisù un po' sciolti da mangiare col cucchiaio facendosi cadere il cacao sui vestiti e poi imprecare. Un pomeriggio di domenica a parlare fitto fitto di politica con un giovane ingegnere fuoricorso, sdraiati sul pratone enorme vicino casa mia, sorseggiando birra del discount e mangiando patatine alla salsa barbecue. Un amico spagnolo bellissimo che viene a salutarmi prima di partire. Qualche scambio di battute su Tenco con un amico che mi dice che sembravo mezza scema e invece no. Un'amica che parte con cui mi sforzo di essere carina ma non mi va. Una festa da organizzare. Prendere un caffé con la prof di economia per discutere del parziale, il suo cagnolino che mi fa le feste e il mio cellulare che squilla tutto solo. Un panino troppo poco condito in un posto troppo turistico, l'abbronzatura a chiazze che odio. I cioccolatini portati dal Belgio finiti in un pomeriggio, e disperate ore di palestra per smaltirli. Domani è Carnevale e non lo sapevo. Un gatto nero che mi attraversa la strada mentre torno a casa. Fare il giro dell'isolato e ritrovarselo di nuovo lì, con tanto di topolino tra gli artigli. Quando dici evvabbé, non era giornata. Facile, così.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-42752453433803052582011-06-08T23:42:00.000+02:002011-06-08T23:44:59.532+02:00Post augurio per la festa della donna<span class="Apple-style-span" style="color: rgb(205, 83, 154); font-family: Verdana, Geneva, sans-serif; font-size: 13px; font-style: italic; font-weight: bold; line-height: 18px; ">La principessa triste beveva del vino del discount chiusa nella sua stanza.<div>E beh, cosa credete?</div><div>Che le principesse non fumino, non bevano e abbiano le guanciotte rosse solo per il fard?</div><div>Nulla di più sbagliato.</div><div>E inoltre, INOLTRE, in preda alla tristezza, incoraggiava il suo fegato a digerire la pasta al ragù di poche ore prima. Bicarbonato? Digestivi? Sigarette? Giammai. Nulla poté contro il suo bruciore di stomaco. E aveva l'ultima Winston Blu sul comodino ma se la risparmiava, sì, risparmiava, per qualche ora dopo. Nel frattempo ascoltava i vecchi Timoria e si immaginava un principe azzurro capellone e riccioluto come Francesco Renga primo periodo.</div><div>Perché il suo, di principe, mica si faceva più sentire.</div><div>Mica le principesse di oggi sono come quelle di un tempo. Hanno i capelli troppo corti per appendere le trecce alla finestra, e, cosa di molto peggiore, anche avessero i capelli lunghi chilometri e potessero intrecciarli come nidi di rondine, non ci sarebbe comunque nessuno lì sotto alla finestra metropolitana tra i palazzoni, ad aspettare. I principi al giorno d'oggi chiedono di far l'amore con le principesse, ma poi le lasciano andare, con compunta rassegnazione delle suddette. I principi, al giorno d'oggi, escono alle cinque della mattina e poi giocano a freccette nei pub. I principi, al giorno d'oggi, spariscono nei boschi metropolitani per settimane, ma non hanno draghi né mostri da ammazzare. Hanno moto per zigzagare nel traffico e poca pazienza per aspettare cento anni, per aspettare che la loro Bella Addormentata si risvegli.</div><div><br /></div><div>Buon otto marzo, principesse tutte.</div><div><br /></div><div><br /></div></span>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-1943870882575415932011-02-01T23:59:00.000+01:002011-02-02T00:00:24.206+01:00Nessun luogo è lontano?<span class="Apple-style-span" style="font-family: 'trebuchet ms', verdana, arial, sans-serif; font-size: small; color: rgb(119, 119, 119); "> Gli avevo dato tutto, a lui. Gli avevo preparato una torta quando era giù, e gliela avevo portata all'università; l'avevo ospitato a casa mia, e avevo preparato il suo letto con una cura maniacale, e lenzuola fresche di lavatrice, e il cuscino a cartoni che adorava; avevo comprato un ventone di sigarette pensando a quante me ne aveva offerte, e gli avevo regalato il mio accendino blu, gli avevo prestato il mio libro preferito, con le annotazioni a matita e i miei sorrisi sotto alle frasi più belle. "Nessun luogo è lontano. Se desiderate essere affianco a qualcuno che amate, forse non ci siete già?". Ma manco per il cazzo. Che gliene frega alla gente se io voglio stare affianco a lei, ma proprio niente.Il libro di linguistica rimane aperto. La bruciatura da pentola di stasera fa male, e darei un dente inutile per una sigaretta.Che mi coccolerebbe per qualche secondo senza fare troppe domande. Piangerei una notte intera ma persino piangere è troppo rumoroso e richiede troppi sforzi.Che inetta.</span>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-85520221169852209652010-12-17T21:06:00.000+01:002010-12-17T21:18:26.926+01:00<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://wfnx.com/blogs/sandbox/bad-Christmas-present.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 350px; height: 249px;" src="http://wfnx.com/blogs/sandbox/bad-Christmas-present.jpg" border="0" alt="" /></a><br />Altra mattinata persa per la sveglia che non suona. Anzi, rettifico già: per la mia testa che si rifiuta di fare quello che fanno miliardi di teste di miliardi di persone ogni giorno, ovvero riconoscere il suono metallico di una fottutissima sveglia. Ieri sera festa universitaria inutile come... come... forse come gli zoccoli di gomma puzzolente o come uno stendino senza fili.<div>Ho i mezzi per spaziare e ci provo, ma non funzionano mai. Il gin lemon non è una soluzione.</div><div>I regali di Natale mi mettono l'ansia. Ho capito di essere cresciuta quando ho realizzato che non avevo più idee per i regali. Quando mi sono dovuta<i> sforzare</i>, capirete.</div><div>Attendo un'altra serata persa, per il freddo, per la pioggia, per la macchina che non parte, per la brutta compagnia, per sonno (perché giustamente svegliandosi a mezzogiorno si ha più sonno), per fame, per incompatibilità con umani di vario genere.</div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; ">We do not believe in ourselves until someone reveals that deep inside us something is valuable, worth listening to, worthy of our trust, sacred to our touch. Once we believe in ourselves we can risk curiosity, wonder, spontaneous delight or any experience that reveals the human spirit."--E. E. Cummings</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: 'lucida grande', tahoma, verdana, arial, sans-serif; font-size: 11px; line-height: 14px; "><br /></span></div><div><span class="Apple-style-span" ><span class="Apple-style-span" style="font-size: 11px; line-height: 14px;">Buon natale</span></span></div>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-24340714560251491512010-12-08T20:32:00.001+01:002010-12-08T20:33:42.242+01:00<span class="Apple-style-span" style="font-family: verdana, geneva, lucida, 'lucida grande', arial, helvetica, sans-serif; font-size: 13px; "><b>Ossessione<br /><br />Non riesco a liberarmi<br />del tuo fantasma.<br /><br />Per quanto distolga lo sguardo<br />continuo a vederti.<br /><br />Non posso spezzare<br />il legame che ci ha unito.<br /><br />Per quanto non ascolti<br />continuo a sentire la tua voce.<br /><br />La tua ombra discreta<br />mi accompagna dappertutto.<br /><br />Il tuo morbo mi ha infettato<br />e per quanto abbia cura di me<br />non riesco a guarire.</b></span><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: verdana, geneva, lucida, 'lucida grande', arial, helvetica, sans-serif; font-size: 13px; "><b><br /></b></span></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family: verdana, geneva, lucida, 'lucida grande', arial, helvetica, sans-serif; font-size: 13px; "><b>Jim Morrison</b></span></div>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-21231350747244751432010-11-03T20:26:00.000+01:002010-11-03T20:35:09.172+01:00Bored<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.thisishowyoudoit.com/blogimages/top-things-to-do-when-bored.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 415px; height: 355px;" src="http://www.thisishowyoudoit.com/blogimages/top-things-to-do-when-bored.jpg" border="0" alt="" /></a><br />Gente che passeggia guardandosi intorno.<div>Gente che aspetta la risposta.</div><div>Gente che TEMPOREGGIA, attendendo la risposta.</div><div>Gente che soffre per un castello di carte,</div><div>e gente che sorride di un cielo vuoto.</div><div>Gente che mostra le gambe per sentirsi rassicurata,</div><div>gente che si anima per farsi capire.</div><div>Gente che chiama col telefonino scarico,</div><div>e gente che metabolizza tutto per non sentire i grumi del dolore ad un setaccio troppo stretto.</div><div>Gente che non ha il coraggio,</div><div>gente che <i>sei un falso e sei un ipocrita. </i></div><div>Gente che - così si direbbe- spera,</div><div>ma a cui il verbo .sperare. sembra tanto cacofonico da non essere mai pronunciato.</div>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-28936289334177665442010-10-25T19:29:00.000+02:002010-10-25T19:30:22.484+02:00E' meglio male.Nessuno l'avrebbe detto meglio di lui.<div>Mariottide.</div><div>Tristezza a palate, cazzo, sì.</div>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-26060194737234110032010-09-26T04:09:00.000+02:002010-09-26T04:21:40.732+02:00Lode agli ex.<span class="Apple-style-span" >A te e alla tua ex bellezza, ai tuoi ex capelli ricci ed ex capelli biondi come il grano.</span><div><span class="Apple-style-span" >Lode a te per come eri, bello così come sei stato creato.</span></div><div><span class="Apple-style-span" >Lode ai tuoi ex vestiti semplici, al tuo ex sguardo torvo e ai tuoi discorsi filosofici che ti ferivano nel profondo.</span></div><div><span class="Apple-style-span" >Lode a una panchina, dove ci incontrammo; ora prelevata per ingrandire la strada.</span></div><div><i><span class="Apple-style-span" >Lode ai bei momenti con te passati, fortunatamente finiti, ché il tempo con te mi avrebbe cambiata troppo, come troppo ti hanno cambiato le cose.</span></i></div><div><br /></div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span">Lode anche a te, perché tu bello non sei mai stato. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Lode a te perché come ti ho lasciato sei ancora, non cambiato né mutato o maturato minimamente.</span></div><div><span class="Apple-style-span">Monotono come il moto di un pendulo. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Lode ai tuoi capelli lunghi e poco curati, che così rimarranno fin quando non cadranno fino all'ultimo. </span></div><div><span class="Apple-style-span">Lode a una macchina, dove giacevamo; ora tristemente schiantata contro un muro.</span></div><div><i><span class="Apple-style-span">Lode ai bei momenti con te passati, fortunatamente finiti, ché avrebbero finito con l'asfissiarmi.</span></i></div>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-58270379463547005912010-09-19T23:47:00.000+02:002010-09-19T23:56:35.348+02:00Non si può ammorbidire un cuore vuoto.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.thequarterlifequest.com/wp-content/uploads/2010/01/empty_heart.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 300px; height: 225px;" src="http://www.thequarterlifequest.com/wp-content/uploads/2010/01/empty_heart.jpg" border="0" alt="" /></a><br />Ho il cuore un po' vuoto.<div>Mi sento tipo come un succo di quelli in bricco che si bevono con la cannuccia.</div><div>Mi sento tipo nel momento in cui non rimangono che poche gocce, e l'aria succhiata nella cannuccia produce il tipico rumore.. </div><div>Non c'è nulla di più triste di un cuore vuoto. Per quanto possa essere brutta la sofferenza, in essa c'è un po' di vita. C'è un motivo, ecco. Un cavolo di motivo triste, ma c'è. </div><div>Ecco perché la mattina ti alzi con spirito combattivo, perché vuoi la rivincita su una persona;</div><div>ecco perché ti arrabbi, perché sei arrabbiata con qualcuno;</div><div>ecco perché piangi, perché ti sfoghi per aver perso qualcosa.</div><div>Quando è tutto finito, tutto, e pensi all'amore per eventuale ragazzo come pensi alla spesa che devi fare e alla casa che devi pulire e all'esame che devi dare, piano piano il cuore comincia a stringersi.</div><div>Tipo un paio di jeans in lavatrice, sì.</div><div>Che poi a rimetterteli fai una fatica cane e maledici tua madre, la lavatrice e il suo dannato ammorbidente che non ammorbidisce un cavolo.</div><div>Non si può ammorbidire un cuore vuoto.</div>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-58259933402991264842010-09-06T00:17:00.000+02:002010-09-06T00:53:03.775+02:00Una sera, nella Città Eterna.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://gold.indire.it/datafiles/BDP-GOLD00000000001C364F/mimo3.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 399px; height: 239px;" src="http://gold.indire.it/datafiles/BDP-GOLD00000000001C364F/mimo3.jpg" border="0" alt="" /></a><br /><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:arial;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">I</span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">eri sera ho organizzato una cena nella mia casa romana.</span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Devo dire che mi sono accorta che in quest'ultimo anno sono proprio sbocciata come un fiore, e c'è un sacco di vita che mi fa calore tutt'intorno, continuo a crescere con una velocità inaudita. Ho riabbracciato, dopo due settimane che non li vedevo, tutti gli amici con cui ho fatto un lungo viaggio quest'estate, in Africa. E' stato bello riabbracciarli uno per uno, sul pianerottolo di quella che da un anno è casa mia, è stato bello rispondere al telefono parlando, uno per volta, con quelli che non sapevano la strada. E' stato bello sentirne l'odore, il calore, vederne il sorriso. Siamo sei, e siamo una famiglia ormai. Alla cena avevo invitato anche altre persone, ma il contatto che c'è tra noi sei è illuminante e speciale, fatto di sguardi, sorrisi e ogni tanto "ma sapete che non mi sembra vero avervi tutti qui?". Già. E' cambiato un po' il menu. In Africa abbiamo provato il riso in tutte le sue forme (verdure, in bianco, con verdure, in bianco con l'olio, e ancora con verdure...) e ieri sera sembrava quasi strano vederci a un tavolo diverso, in una casa diversa e con una pastasciutta sotto il naso. E avevamo bottiglie di vino, pane morbido e anche una piccola torta. E' stato bello ritrovare questa mia famiglia anche qui a Roma; noi, tutti italiani, che ci siamo davvero conosciuti in un appartamento sperduto nella grande metropoli egiziana, il Cairo. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">E lì abbiamo litigato, riso fino alle lacrime, studiato, ci siamo arrabbiati, abbiamo pianto per il nervoso e perché quel posto era dannatamente troppo difficile da vivere e da imparare. Come la sua lingua.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Dopo cena abbiamo deciso di uscire, </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">siamo andati a Trastevere, abbiamo girato per le viette come facevamo per le viette del Cairo, ma è cambiata la gente, è cambiata l'atmosfera, è cambiato anche il caos. Noi no. Noi siamo sempre qui, e siamo sempre gli stessi. C'è sempre la ragazza che si emoziona, che sorride piano, e racconta del suo ragazzo che ha ritrovato a Roma ma che gli manca il Cairo. Gli manca il caos e uscire alle due di notte a fare la spesa e bere delle birre messe in buste nere perché non sta bene che si beva. Mi chiedo che cosa penserebbe un egiziano a piazza Trilussa.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">C'è la ragazza che fa le battutine, lei che invece l'Egitto l'aveva odiato con tutta la sua forza; e c'è un'altra ragazza, semplice e solare, che invece ha sempre cercato di capire. E da un mese in Egitto è tornata più confusa di prima. Anche i ragazzi erano confusi. Cercare di capire una cultura così diversa è difficile, abbiamo litigato e discusso e pensato tutti insieme un sacco di tempo, al Cairo. Soprattutto quando succedeva qualcosa di brutto, parlavamo proprio tanto e ci chiedevamo perché è così, perché.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">A Trastevere l'aria era di noia, inizialmente. Orde di ragazzi che stavano sdraiati sugli scalini, e bevevano fumavano senza un motivo che probabilmente non fosse quello di passare il tempo. Immaginateli lì, nelle stesse posizioni, semplicemente senza null'altro che loro. Noia pura. </span></span><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">E noi eravamo così, su una gradinata, spaesati nella nostra stessa città. E poi ci viene un'idea.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Un gioco che facevamo al Cairo quando volevamo ridere un po', nella veranda dell'appartamento.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Il gioco del mimo.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Cominciamo noi, poi sentiamo che un ragazzo ha indovinato il titolo di un film mimato. Un ragazzo di un'altra comitiva. Così si aggiunge un altro gruppo di ragazzi, e poi un altro e un altro ancora. Dopo una mezz'oretta l'intera scalinata di quella piazza era succube, rideva e tratteneva il fiato in attesa di indovinare la successiva parola, film oggetto libro o altro.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span class="Apple-style-span" style="font-family:'trebuchet ms';"><span class="Apple-style-span" style="font-size: small;">Alle quattro di mattina abbiamo deciso di andarcene. Ho sentito un ragazzo dire: "Chi l'avrebbe detto, è la prima sera in tutta la mia vita che non mi annoio a Trastevere" e ha sorriso. Quando a volte basta proprio poco.</span></span></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-83639535221255703622010-09-02T22:21:00.000+02:002010-09-02T22:28:05.649+02:00L'amore a una o due piazze.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/devilswan/distesa_1.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 700px; height: 525px;" src="http://www.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/devilswan/distesa_1.jpg" border="0" alt="" /></a><br /><div>Il letto a una piazza e mezza. Che fregatura infinita.</div><div>Non è grande per due persone, in due ci si sta stretti, non ci si muove.</div><div>Sembra comodo per una persona perché dà sicurezza, calore, spazio.</div><div>In realtà se compri i lenzuoli sbagliati il materasso o non ci entra, o è troppo grande.</div><div>Ed è difficile trovare i lenzuoli giusti.</div><div>Devi stare attento e chiedere, quando compri i lenzuoli:</div><div>-Sicuro che è per una piazza e mezza?-</div><div>Sì, sì, sicuro. Bé mica tanto.</div><div>E' così che mi sento. Una donna su un letto a una piazza e mezza.</div><div>Con un letto troppo grande per una sola persona, ma troppo piccolo per due.</div>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-18331259168950664332010-08-28T20:51:00.000+02:002010-09-02T22:38:30.097+02:00Forse.<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://1.bp.blogspot.com/_ee1YpFOFopE/TIALPKUKxbI/AAAAAAAAADo/140g7ABn5Zk/s1600/dfec1c07ab61b07369539eb67d62a4b4.jpeg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 200px; height: 150px;" src="http://1.bp.blogspot.com/_ee1YpFOFopE/TIALPKUKxbI/AAAAAAAAADo/140g7ABn5Zk/s200/dfec1c07ab61b07369539eb67d62a4b4.jpeg" border="0" alt="" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5512418298996377010" /></a><br />Forse so cosa devo fare.<br />Lascerò il conservatorio. E sei anni di fatica alle spalle, lacrime copiose, sudore su quei libri ormai consumati, sorrisi a quei pianoforti a coda enormi. Forse è vero che tutto ciò che succede ha una direzione precisa, e io sono tre anni che ignoro dove gli eventi vogliano portarmi. Tre anni che il mio polso mi fa passare le pene dell'inferno per la tendinite. E' da un anno che sono sempre sugli stessi libri, controvoglia, con dei progressi minimi, facendo tre passi avanti e due indietro ogni volta. Un anno che mi rovino le domeniche, quando di mattina presto mi alzo, infilo le cuffie del digitale e mi metto a suonare quella tristissima Sarabanda, dio solo sa quanto la odio. Dio solo sa quante lacrime ho versato, quanto sangue amaro mi sono fatta, quanto avrei voluto fare la concertista da "grande". Quanto avevo sempre contato su questa seconda strada che mi ero spianata con fatica, quella della musica. Ormai è una strada a senso unico, con un'uscita bloccata e un dirupo come unica via d'uscita.<br />Buttiamoci.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-54965534927043056362010-05-10T23:00:00.000+02:002010-09-05T15:40:12.131+02:00Tristezza cosmica<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.premioceleste.it/_files/opere/2009_21505_39585.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 400px; height: 400px;" src="http://www.premioceleste.it/_files/opere/2009_21505_39585.jpg" border="0" alt="" /></a><br />Lo stendino coi panni è stato costretto ad essere rientrato dal balcone. Piove ancora.<br />E' maggio, sì, eppure è come se non lo fosse, la natura sembra molto solidale con me quest'anno.<br />Anche lo stendino dei panni mi sembra tanto triste, davanti alla finestra ma al calduccio degli interni, mentre guarda la pioggia anche lui. Anche i panni che penzolano sembrano tristi. Sono tutti vestiti scuri, a parte un pigiama rosso e panna. E poi penzolano proprio in modo triste. Non so come ma sembra proprio così. E il sugo che borbotta nella pentola, anche lui sembra triste, sembra lamentarsi. Mi sembro proprio una bambina, a volte. Resto a guardare le mie vecchie foto per un'eternità, e lo so che non era affatto tutto bellissimo e che ora ho un'intera metropoli fuori dalla finestra, eppure un po' mi viene da sorridere. Lo smog fa diventare grandi tutto d'un colpo.<br />Poi sbircio un po' le Sue foto. Anche qui è come se mi sentissi un po' in colpa, come se stessi rubando le crostatine del mulinobianco dalla dispensa. Una foto l'ho addirittura salvata sul pc. E' proprio bella, c'è lui con un cappello a dir la verità un po' ridicolo ma poi quegli occhi fantastici che si vedrebbe anche a due chilometri che sono blu blu blu come il mare. Quantomeno terrò lì quella foto col pretesto che è una cosa bella. Una cosa bella come una passeggiata soleggiata per Villa Borghese di mattina presto, una cosa bella come una pasta col pomodoro fresco e una cosa bella come quella sensazione di piacevole vuoto che avverti dopo aver fatto un -mio dio- esame. Chi può privarti delle cose belle, dopotutto.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-6472514009782083842010-05-06T17:22:00.000+02:002010-05-06T17:39:31.999+02:00I principi costituzionali sulla giurisdizione...... Ma vaffanculo.<br />Non me ne importa nulla del diritto, invece dovrò passarci i prossimi quindici giorni <span style="font-style: italic;">téte a téte.<br /><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;">H</span></span></span></span></span></span></span>o ripreso a scrivere sempre perché <span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"><span style="font-style: italic;"></span></span></span></span></span>mi manca qualcosa. </span>Diari vuoti per tutta l'estate, non una citazione, non un racconto... E' proprio strano che quando hai l'amore tra le mani non sai che capperi raccontare. Cioè sì, ok, siamo felici, mh, andiamo in giro e la gente ci ferma e commenta <span style="font-style: italic;">ma che splendida notizia</span> e <span style="font-style: italic;">te la meriti proprio una persona così,</span> per poi aggiungere alla persona dei due che si conosce di meno <span style="font-style: italic;">sei proprio fortunato sai? </span>E sorrisi, convenevoli, pacche sulle spalle e brezza marina intorno, proprio così. Sono uscita da questo mondo, ora. Sono stata buttata fuori dal cerchio e ora vedo le cose con più lucidità, tanto che ho ripreso a scrivere, immortalare, appuntarmi, segnare tutto ciò che più o meno mi suscita emozioni: un quartiere di Roma all'alba e un vecchietto che mi dice <span style="font-style: italic;">bongiorno signorì </span>mentre accompagna a spasso il cane, una foto a una saracinesca semi abbassata intitolata <span style="font-style: italic;">gli impedimenti inutili </span>e una serata a spasso in città con musica punk rock e la guida spericolata della mia compagna di università. E' tutto inedito, e per questo assolutamente splendido. Non mi manca niente, in realtà.<br />Esco, vado a fare la spesa e compro tutte cose sane per poi ricacciare il barattolo da un kilo di Nutella che ho a casa e che non finirà MAI. Basta una rosetta; e insalate, zucchine e funghi surgelati vanno a farsi benedire. Già.<br />Vado a dormire alle cinque e mezzo del mattino quando albeggia, e io ho troppa caffeina in corpo per prendere sonno così mi addormento alle otto e mi risveglio alle due. Poi studio diritto, controvoglia.<br />Vorrei suonare ma mi fa male il polso per la tendinite. Vorrei. Sono fuori allenamento, devo devo suonare.<br />E poi essere contattati per un concerto per bands e scoprire che la tua non ha alcuna intenzione di farsi il culo due settimane per andarci. Ma sì, c'è tempo per un laiv con i controcazzi, perbacco, certo che sì. Quante band ho visto finire per la storia del concerto sfanculato.<br />Guardare le partite e la Juve che fa schifo, ma ai mondiali dove vogliamo andare che praticamente la nazionale sarà mezza Juventus? Da nessuna parte, forse. Non si ha mica sempre una meta.<br />Andare a lezione di pianoforte e scoprire che le tue due settimane di studio sulle Suites Inglesi sono interpretate come una quasi-lettura a prima vista. Bene. Certo, non c'è niente che non va.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-5776232987240133212010-02-25T17:49:00.001+01:002010-05-07T16:46:47.411+02:00Presto sarebbe volato via pure quello stupido febbraio...<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://th02.deviantart.net/images3/300W/i/2005/145/7/8/Guitar_girl_by_Ahnimah.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 233px; height: 233px;" src="http://th02.deviantart.net/images3/300W/i/2005/145/7/8/Guitar_girl_by_Ahnimah.jpg" alt="" border="0" /></a><br />Eh sì, manco proprio da cinque mesi da questo blog.<br />Oltre che dal blog manco da tante cose.<br />Questa volta, complice l'università, ho fatto quello che tutti vorrebbero fare una volta lasciati... Mollare famiglia amici e ridente cittadella sull'Adriatico e scappare nel caotico mondo di una grande città. Magari all'estero. Ok, non esageriamo, alla fine sono finita a vivere nella Città Eterna.<br /><span style="font-style: italic;">Odiavo la Città Eterna, inizialmente.</span><br /><span style="font-style: italic;">Odiavo il </span><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">Suo</span> <span style="font-style: italic;"> riflesso sui vetri della metropolitana a tutta velocità Odiavo andare a fare la spesa e introdurre nei miei polmoni un quantitativo intollerabile di fumi e smog Odiavo i sabati sera passati a sorseggiare camomilla e a fare il bucato buttando ogni tanto uno sguardo al fiume di macchine in strada fuori dalla mia finestra Odiavo entrare ogni mattina all'università e rigirarmi in quell'atrio sconfinato, da sola, andare a prendere un caffé alla macchinetta, uno di quelli più acqua che caffé, sempre da sola e ascoltando gli altri che non so perchè ridevano e si scambiavano pacche sulle spalle come se si conoscessero da secoli</span><br />E pensavo che era tutto ingiusto, che insomma, io sono la buona e lui è il cattivo, io dovevo avere la mia rivincita. Invece era lui ad essersi rifatto una vita senza di me: nuova vita, nuova ragazza, nuove passeggiate mano nella mano nella villa comunale.<br />E poi partì tutto da una mattinata strana in cui mi alzai e mi guardai allo specchio e notai che ormai di questi capelli lunghissimi da barbona ne avevo le scatole piene, e nella stessa mattinata mi tagliai i capelli con quel ciuffo anni '80 che erano anni che lo volevo e non avevo mai avuto il coraggio di farmelo. E nei giorni dopo ripresi la chitarra che era rimasta in un angolo e ricominciai a suonare. E in tutti quei momenti che avrei preferito sbattere la testa contro il muro piuttosto che ripensare un'altra volta a lui, mi sono inventata altro. Gli ho scritto una canzone. Credo anche bella. Non se la merita affatto, detto tra noi, però ho voluto immortalare tutto questo dolore che mi rende comunque viva, anche se indolenzita, e spero di suonarla presto su un palco con tutta l'adrenalina addosso, dev'essere una cosa davvero intensa suonare una canzone così densa, piena di roba come <span style="font-style: italic;">ricordi sensazioni atti momenti intimità</span>.<br />Sarebbe bello che ci fosse proprio lui nel pubblico e dirgli al microfono<span style="font-style: italic;"> questa canzone, grandissimo stronzo, è per te. </span>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-49750070666995361192009-09-10T17:14:00.000+02:002009-09-10T17:27:30.975+02:00Mah.<a style="color: rgb(51, 255, 255);" onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.poli-listaperta.it/images/eventi/pretest20060006.JPG"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 339px; height: 254px;" src="http://www.poli-listaperta.it/images/eventi/pretest20060006.JPG" alt="" border="0" /></a><br />Niente. Pomeriggio ipnotico di metà settembre, io chiusa in casa con un sacco di pippe per la testa. Lui e i test d'ingresso. Ma che accoppiata... E poi "sono usciti i risultati"... Vado a vedere! Apro l'elenco e... Lettera A... Lettera B... Lettera C......... e sempre così avanti. Io non ci sono. Non faccio parte dei "magici" 80 che entreranno in quell'università. -Ma come?- chiederanno i compagni di classe alla rimpatriata di venerdì, -tu l'inglese ce l'hai nel sangue...-. Già. Ma evidentemente non abbastanza. Non è sufficiente. C'è qualcuno che sa qualche regola più di me e quindi passa avanti, perchè sì, le lingue sono fatte di regole, ovvio... Chissenefrega se poi vado a Londra e so cavarmela meglio di quelli che sanno i phrasal verbs a memoria, chissenefrega se poi, bravo quanto ti pare, ma quella pronuncia da cane arrabbiato che neanche ti capisci quando parli non te la togli. Me lo ricordo, il mio vicino di banco al test, mi ricordo anche il suo nome. E altre cose... Quegli occhialetti calati sul naso, quella borsa di scuola piena zeppa di libri, che io pensavo "ma a che gli servono i libri, che è qui per fare un test...???", quel fare aristocratico e quel coprire il foglio con una mano per assicurarsi che nessuno stesse copiando da lui. Lui su quell'elenco c'è.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-83085356858755915102009-08-20T15:46:00.000+02:002009-08-20T16:08:13.551+02:00So dazed & confused °_°<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.edoardobaraldi.it/sogno_desto/dubbio_.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 407px; height: 490px;" src="http://www.edoardobaraldi.it/sogno_desto/dubbio_.jpg" alt="" border="0" /></a><br />Help!... avrebbero cantato i Beatles. Già, ma quand'è che si chiede proprio aiuto? Quand'è che non ci se la fa più? Insomma... Una situazione così non mi era mai capitata in diciannove anni... O forse sì e non me n'ero mai accorta. Ma cosa succede? Niente. Niente. E' questo il problema. Un po' il pensiero dell'università incombe spesso, forse è la mia giovane età che abbraccia in toto anche solo il pensiero di andarmene da qui... Eppure una parte di me pensa proprio che non ce la farà ad allontanarsi troppo da casa. Troppi ricordi. Troppa vita. Ma evidentemente non abbastanza da alienare tutta la brama di andare via via via, lontano. Proverò i test a Bologna e Trieste. In cuor mio spero che a Bologna vada male, per potermene andare ancora più lontano, davvero lontano. A Trieste. Alle soglie di questo Paese la cui mentalità mi fa soffrire terribilmente tutti i giorni, il Paese in cui o sei fascista, o sei comunista, o sei <span style="font-style: italic;">fuori</span>. AUT. E non posso soffrire quasi più nessuno, mi sembrano tutti terribili ed irritanti, persino le persone che frequento ormai da anni. Che lo siano davvero? Oppure è questa brezza soffice carica di novità che mi fa vedere tutto con occhi diversi, e magari, nuovi? Non avrei mai voluto desiderarlo, avrei voluto rimanere felice QUI, illudendomi che non ci sia niente che non vada. Già. Non c'è niente che non va. Ma non c'è neanche qualcosa che realmente vada come vorrei. Dazed & Confused. Yah.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-7619071922449336622009-06-24T23:53:00.000+02:002009-06-25T00:04:56.211+02:00La vera notte prima degli esami. Diffidate dalle imitazioni.E' arrivata. Non ci crederete. E non ci credo neanche io. Dopo diciotto anni, la Notte Prima Degli Esami è giunta anche per me. E' una serata perfettamente identica alle altre, se non fosse per il fatto che il cuore batte forte, e la testa pensa:- E' la Notte-. Stasera passeggiatina sul lungomare e foto di rito con gli altri tredici eroi che domani faranno l'esame con me. Cinque anni fa eravamo ventotto. Sinceramente la Notte mi ha colto alla sprovvista, non me l'aspettavo così presto. Ho sempre pensato alla Notte con festini fino alle sette della mattina, a bevute devastanti per poi arrivare il giorno dopo praticamente distrutti. La Notte non è questo, o almeno, non soltanto. E' rendersi conto della Vita. Che ti scorre tra le dita come fosse sabbia in una clessidra. Impercettibile, costante, ininterrottamente. La canzone Notte Prima Degli Esami l'ho già sentita, sentita e strarisentita. Vi dirò, preferisco i Genesis, o i Pearl Jam. Sentire "The Carpet Crawlers" mi ha calmata da un turbine di informazioni spiacevoli che ho percepito durante la passeggiata (chiacchiere di ex Maturande:- Il vostro presidente??? E' tremendo... Guà lasciate perde che non vi fa copià!-). Lungomare pieno di turisti e maturandi. In genere viaggiatori. I turisti sono arrivati nella bella località di mare come ogni anno, noi viaggiamo sino ad arrivare ad un gradino dalla tanto sognata università. Ah. Tempus fugit, c'avevi ragione, Seneca. Una cosa non l'ho ancora capita. Ma nella canzone, come facevano i quattro ragazzi a portare il pianoforte sulla spalla?Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-43366376934974165032009-05-29T17:04:00.000+02:002009-05-29T17:15:53.762+02:00...Beautiful friend. The EndNon ci posso credere.<br />Siamo davvero arrivati alla Fine di questi cinque anni. Ancora non realizzo, mentre respiro l'aria familiare del Casermone camminando per i corridoi variopinti. Mitico Liceo. Che ci ha visti per cinque anni di mattina presto, di mezzogiorno, di pomeriggio e persino di sera, quando l'abbiamo occupato a novembre. La mia adolescenza è legata a questo Casermone, per gli sguardi ai ragazzi che mi sono piaciuti in cinque anni: le appostate alla fotocopiatrice per vederLo, le visite all'aula fumatori in prima liceo, per darsi un tono... E tante passeggiate in ogni dove, le chiacchierate con la bidella dell'aula computer che mi metteva Patti Smith durante il compito di chimica. E <span style="font-style: italic;">Because The Night</span> risuonava placida per tutto il corridoio superiore del Liceo, lasciandomi lavorare tra redox e bilanciamenti, felice. La palestra. Il salto in alto che odiavamo, la resistenza che ci spompava, le partite a calcetto maschi contro femmine, SEMPRE. Non abbiamo mai vinto in cinque anni, noi ragazze. Gli scleri coi prof, il PET, i pomeriggi alla redazione del giornalino scolastico, l'inquetudine di dover stare ore ed ore a scuola e la leggerezza di uscire alle quattro del pomeriggio, con un fascio di articoli sotto il braccio e la Peugeot metallizzata che mi aspettava fuori. A una settimana, la Fine.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-84374912341908008362009-05-10T15:29:00.000+02:002009-05-10T15:50:34.176+02:00It is NOT easyE rieccomi qui.<br />Con un nuovo ragazzo, una nuova band, un nuovo esame, tante cose da fare... Tipo un futuro da scegliere. Premetto che la mia maggiore aspirazione nella vita è scrivere, ma ho un problema: non so di cosa scrivere. Mettiamo che qualcuno mi dica: avanti, scrivi di questo, questo e questo. Ok, fin lì ci sono. Ma non riesco a scrivere di storie che mi appartengono, di esperienze mie. Mi sento egoista a scrivere di me. A parte in questo piccolo angolo del web dimenticato da tutti, ovvio. Spero in ogni caso di non diventare una letterata fancazzista, ma di concludere qualcosa. Anche se mi scoraggiano tutti. E poi l'<span style="font-style: italic;">amore</span>. Secondo voi è vero che un amore in realtà non si rimuove mai del tutto? Io credo di sì. Almeno finchè c'è quel maledetto grillo parlante che risponde al nome di <span style="font-style: italic;">ricordo</span>. E non riesco a capire che cosa voglia dire essere realmente innamorati, nonostante ci stia provando con tutte le mie forze. Sono innamorata del ricordo, di quello sì. Tanto innamorata come non lo ero di quella persona. E di quella che ho ora? Non lo so, sono stata felicissima per una settimana, e ora mi trovo come la bambina insoddisfatta che ha ottenuto il lecca lecca a forma di cuore, lo ha addentato, e, vedendo che pur essendo dolce non è riuscita a morderlo perchè troppo duro, è rimasta delusa e amareggiata. E questo sarebbe giocare? E' un gioco che non mi piace.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-85995462049153621782009-04-15T22:48:00.000+02:002009-05-01T20:47:53.924+02:00Mille giorni di te e di me...<table class="contentpaneopen"><tbody><tr></tr><tr><td colspan="2" valign="top"> Noi due. Un anno fa. L'emozione di quella giornata sui gradini di Piazza di Spagna, il mio braccio attorno alla tua vita e la mano stretta al tuo fianco. I tuoi occhi, la tua voce.<br />-Ho paura di tutta questa gente- mi dicesti.<br />-Anche io. Ma non siamo soli adesso-...<br />Ora lo siamo. E tu mi dici che non mi hai mai amato, che sono come tutte le altre.<br />Per me no, tu non sei e non sarai mai come tutti gli altri... E ti dedico queste splendide parole, sperando che tu possa apprezzarle...<br /><br />Il nostro amore non diventò una pira funeraria.<br />E allora? Allora si spense, calò? O non è mai esistito?<br /><br /><span style="font-style: italic;">Io mi nascosi in te poi ti ho nascosto</span><br /><span style="font-style: italic;">da tutti e tutti per non farmi piu' trovare</span><br /><span style="font-style: italic;">e adesso che torniamo ognuno al proprio posto</span><br /><span style="font-style: italic;">liberi finalmente e non saper che fare</span><br /><span style="font-style: italic;">non ti lasciai un motivo ne' una colpa</span><br /><span style="font-style: italic;">ti ho fatto male per non farlo alla tua vita</span><br /><span style="font-style: italic;">tu eri in piedi contro il cielo e io cosi'</span><br /><span style="font-style: italic;">dolente mi levai imputato alzatevi</span><br /><br /><span style="font-style: italic;">chi ci sara' dopo di te</span><br /><span style="font-style: italic;">respirera' il tuo odore</span><br /><span style="font-style: italic;">pensando che sia il mio</span><br /><span style="font-style: italic;">io e te che facemmo invidia al mondo</span><br /><span style="font-style: italic;">avremmo vinto mai</span><br /><span style="font-style: italic;">contro un miliardo di persone</span><br /><span style="font-style: italic;">e una storia va a puttane</span><br /><span style="font-style: italic;">sapessi andarci io...</span><br /><br /><span style="font-style: italic;">ci separammo un po' come ci unimmo</span><br /><span style="font-style: italic;">senza far niente e niente poi c'era da fare</span><br /><span style="font-style: italic;">se non che farlo e lentamente noi fuggimmo</span><br /><span style="font-style: italic;">lontano dove non ci si puo' piu' pensare</span><br /><br /><span style="font-style: italic;">finimmo prima che lui ci finisse</span><br /><span style="font-style: italic;">perche' quel nostro amore non avesse fine</span><br /><span style="font-style: italic;">volevo averti e solo allora mi riusci'</span><br /><span style="font-style: italic;">quando mi accorsi che ero li' per prenderti.</span><br /><br /><span style="font-style: italic;">chi mi vorra' dopo di te</span><br /><span style="font-style: italic;">si prendera' il tuo armadio</span><br /><span style="font-style: italic;">e quel disordine</span><br /><span style="font-style: italic;">che tu hai lasciato nei miei fogli</span><br /><span style="font-style: italic;">andando via cosi'</span><br /><span style="font-style: italic;">come la nostra prima scena</span><br /><span style="font-style: italic;">solo che andavamo via di schiena</span><br /><br /><span style="font-style: italic;">incontro a chi</span><br /><span style="font-style: italic;">insegneremo quello che</span><br /><span style="font-style: italic;">noi due imparammo insieme</span><br /><span style="font-style: italic;">e non capire mai</span><br /><span style="font-style: italic;">cos'e' se c'e' stato per davvero</span><br /><span style="font-style: italic;">quell'attimo di eterno che non c'e'</span><br /><span style="font-style: italic;">mille giorni di te e di me...</span><br /><br /><span style="font-style: italic;">ti presento</span><br /><span style="font-style: italic;">un vecchio amico mio</span><br /><span style="font-style: italic;">il ricordo di me</span><br /><span style="font-style: italic;">per sempre per tutto quanto il tempo</span><br /><span style="font-style: italic;">in questo addio</span><br /><span style="font-style: italic;">io mi innamorero' di te...</span><br /><br /><br /></td></tr></tbody></table>Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-37705275899891928032009-03-19T17:29:00.000+01:002009-03-19T17:58:20.994+01:00Alle volte mi fermo un po'E anche i 100 giorni all'esame sono andati.<br /><span style="font-style: italic;">Tre mesi o poco più. Cento giorni. Duemilaquattrocento ore ad un esame come tanti altri. </span>E giornate che passano come fossimo tutti sull'orlo di un precipizio, tra un sole sgargiante che ci impedisce di studiare quando dobbiamo, e una pioggerella fitta che batte sui vetri della nostra macchina quando usciamo. Una musica diffusa. Anni '80, e si mettono d'accordo tutti, nessuno fiata più in macchina, tutti chiacchierano, del più e del meno. Persone gentili, persone pazienti, persone esigenti, persone assonnate, persone "oh, frena", persone "dai accelera", persone "guarda che la precedenza è tua". Quanta gente sarà mai entrata nella tua macchina, te lo sei mai chiesto? Quanti tuoi amici con cui non esci più, quanta gente che è andata a studiare a Milano e non si è più vista in giro... Meno male che ora c'è il facebook, il netlog, msn, e tanta altra roba. Vedi foto fighissime, leggi poesie struggenti, ti informi dei cazzi di chissà chi, discerni album che danno sfogo all'egocentrismo più interno e recondito che c'è dentro di noi. Perchè c'è. Non pensate che siamo tutti Dr. Jeckyll o tutti Mr. Hyde. Tutti possono essere tutto, ed in fondo nessuno è così tanto diverso come si crede, neanche se gira con i capelli verdi e il pantacollant leopardato strizzatissimo, con le <span style="font-style: italic;">chapet </span>al vento. Il vero diverso non lo fa notare, lo sa. Sa dentro di sé di non essere come gli altri, ma non per questo deve necessariamente darsi alla misantropia o portare magliette con su scritto <span style="font-style: italic;">Odio gli umani, </span>si può benissimo vivere una vita da diversi anche in mezzo agli altri, modulando i propri comportamenti con l'umore, con le circostanze, con la giornata, in modo assolutamente normale. Ma viviamo nel momento Io del mondo, il mondo è fatto da io io io io io io io, io che sono meglio di te, io che ho le foto più belle delle tue perchè ho photoshop e tu no, io che ho i commenti fighi sul netlog per farti vedere chi vale. Sembrano stronzate, vero? Invece sono robe all'ordine del giorno. Chissà dove ci porterà la società dell'io. Secondo me, alla società dell'anonimato. Del non-io. E' impossibile pensare che tutta questa gente non si stuferà mai di ciò. Di essere "semplicemente me stessa" o "Inequivocabilmente super.me". SuperChicca, SuperFra, SuperTutti. Ma 'sta gente nella vita dove sta?Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-582047583944678138.post-90642312000462005702009-03-06T16:28:00.000+01:002009-03-06T17:05:39.468+01:00Forse che sì, forse che no<a onblur="try {parent.deselectBloggerImageGracefully();} catch(e) {}" href="http://www.gri.it/storia/foto/classe_anon.jpg"><img style="margin: 0px auto 10px; display: block; text-align: center; cursor: pointer; width: 404px; height: 291px;" src="http://www.gri.it/storia/foto/classe_anon.jpg" alt="" border="0" /></a><br /><span style="font-style: italic;">Strange days have found us...</span><br />Scuola, stamattina. La solita folla immensa del liceo grande come una caserma, tutte le facce uguali, assonnate, divertite, arrabbiate, allegre, curiose. Ma sostanzialmente tutte uguali. Determinazioni in concreto diverse di poco le une dalle altre, ma che formano un soggetto unitario. Un soggetto unitario che è grigio, sfuocato e rumoroso. Ecco la Coppia Felice che passa. Stamattina sorseggia due succhi di frutta, e si guarda amorevolmente. La Coppia Felice c'è in ogni liceo... Quei due che stanno insieme dalla notte dei tempi, che vedi tutte le mattine passeggiare per i corridoi del Casermone. Se guardi quelli sembra sempre una bella giornata. Che fuori ci sia un temporale, che abbiano il compito in classe del secolo o la scuola sia invasa dai pidocchi, loro sono sempre lì, che cinguettano alla facciaccia tua. Poi ci sono i compagni di classe: i secchioni. Il pazzo schizzato. Il simpatico che intona le canzoni napoletane e dedica "Tu si na cosa grande pe me" alla professoressa di scienze che per poco non si scioglie. La depressa del primo banco, con gli occhi sbarrati e il bicchierino di caffè sotto al banco. La bella, che riceve le rose a ogni San Valentino e a cui passano tutto il compito di matematica. La figlia dei fiori, che ogni mattina arriva con quella specie di sacco dell'immondizia che si ostina a chiamare zaino e dichiara solenne:- Ragà, non so niente-. L'alternativo, che arriva in classe cantando <span style="font-style: italic;">Redemption Song</span> e che inventa tutte le parole. La sognante, quella che tutti deridono, ma a lei non importa. Lei non se ne rende conto, lei se ne frega di quanto possa essere ingiusto chi la motteggia, e non lo calcola, è splendidamente indifferente. E infine io. Che non so definirmi. E non so come mi vedono gli altri. Forse dovrei prendere un po' da tutti loro. Essere sognante, alternativa, bella, simpatica, figlia dei fiori e Coppia Felice. Chissà se un giorno mi ricorderò di tutti loro, di tutte queste immagini, del Casermone e di questi cinque anni... <span style="font-style: italic;">Forse che sì, forse che no.</span> Visto con l'occhio di un narratore omnisciente, tutto appare bello e posato, ed è così se non inquadri qualcosa... Se non focalizzi la tua attenzione su niente ma guardi la totalità. Perchè in realtà, se focalizzi non è una bella giornata. Perchè? Perchè... Beh, perchè <span style="font-style: italic;">Marco se n'è andato e non ritorna più. </span>Ma tu guarda che razza di citazioni mi tocca fare.Shadowplayhttp://www.blogger.com/profile/16023203024488881268noreply@blogger.com15