giovedì 10 settembre 2009

Mah.


Niente. Pomeriggio ipnotico di metà settembre, io chiusa in casa con un sacco di pippe per la testa. Lui e i test d'ingresso. Ma che accoppiata... E poi "sono usciti i risultati"... Vado a vedere! Apro l'elenco e... Lettera A... Lettera B... Lettera C......... e sempre così avanti. Io non ci sono. Non faccio parte dei "magici" 80 che entreranno in quell'università. -Ma come?- chiederanno i compagni di classe alla rimpatriata di venerdì, -tu l'inglese ce l'hai nel sangue...-. Già. Ma evidentemente non abbastanza. Non è sufficiente. C'è qualcuno che sa qualche regola più di me e quindi passa avanti, perchè sì, le lingue sono fatte di regole, ovvio... Chissenefrega se poi vado a Londra e so cavarmela meglio di quelli che sanno i phrasal verbs a memoria, chissenefrega se poi, bravo quanto ti pare, ma quella pronuncia da cane arrabbiato che neanche ti capisci quando parli non te la togli. Me lo ricordo, il mio vicino di banco al test, mi ricordo anche il suo nome. E altre cose... Quegli occhialetti calati sul naso, quella borsa di scuola piena zeppa di libri, che io pensavo "ma a che gli servono i libri, che è qui per fare un test...???", quel fare aristocratico e quel coprire il foglio con una mano per assicurarsi che nessuno stesse copiando da lui. Lui su quell'elenco c'è.