giovedì 26 febbraio 2009

Rotolando giù per la collina dei ciliegi.


Tazzona di caffè sulla scrivania, libro di filosofia aperto. Ancora lui. Hegel, Hegel, Hegel, mi ti sogno pure la notte. Pensieri sparsi, canzoni a pezzetti ancora da studiare, una compunta inquietudine mi pervade per tutto lo stomaco. Tranquilla, usuale. Un pezzo di "Do the evolution", e poi subito i Cure, Lovesong. "I will always love you".... Sì, aspetta che è vero.
Ma secondo voi è meglio scrivere quando si hanno tantissime cose da dire o quando si è vuoti? Secondo me le due cose sono vicine più di quanto non si creda. C'è gente che ha tantissime cose da dire e non le dice, ad esempio. Però ti guarda, ti fissa, te ne accorgi quando ti fissa qualcuno che avrebbe tante cose da dire. E ti verrebbe voglia di dargli una sberla.
Oggi è una giornata strana, ma tutto, tutto questo periodo ha un che di strano, mi sembra quasi di essere attaccata al Matrix e di avere la vera me stessa spaparanzata in una vasca con uno spinotto piantato dietro al collo. Sono solo una copia sbiadita di me stessa, in poche parole? Possibile.
Rispondo alle domande delle altre persone, senza capire realmente che domande siano.
Mi lascio trasportare dalla fiumana dei compagni, ma senza capire realmente dove stia andando.
Studio cose su cui rifletto, ma la cui essenza non mi appartiene.
Ascolto canzoni, una dopo l'altra, un artista dopo l'altro, senza pensare mentre clicco sul mouse.
Staccata dal mondo.
Il telegiornale dice: EluanaGliOmosessualiLaPoliticaL'ItaliaInDeficitNonC'èNullaCheVadaBene. Ma io non riesco a filtrare più nulla. Sono un enorme contenitore di informazioni, sentimenti, stati d'animo, nocivi e non, che non riesco più a discernere e a catalogare. Poi l'illuminazione. "Ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti?". E' Battisti. Lo dice con tono indifferente, dal mio lettore cd, dall'alto di una canzone che si chiama La Collina dei Ciliegi. Sembra che lo stia dicendo solo a me, sembra che vglia dire proprio: "Ma cretina, la smetti di farti le pippe mentali?" tanto che mi viene da sorridere. Guarda, sai che è? C'hai ragione. E tutto il restooo è noiaaaaaa.

lunedì 23 febbraio 2009


Ci sono giorni in cui sei un po' triste. Un po' triste perchè sì, neanche tu lo sai.
Ci sono giorni in cui sei un po' felice. Poi arriva qualcosa di bellissimo, ma sai che non potrai averlo, e diventi un po' triste.
Vabbè, basta con ste cavolate. Sono triste e basta. Triste perchè... Vi è mai capitato di sentirvi ignorati dalle persone? Di sembrare un po' lo spiritello invisibile della situazione? Sì, la primavera è già un po' nell'aria, con tutto che fa freddo, con tutto che gli esami di Stato si avvicinano imperterriti... Per tutti meno che per me. La primavera sembra non vedermi, anzi, addirittura sembra passarmi davanti, farmi un sonoro pernacchione e correre via, come i ragazzini che suonano ai campanelli e poi scappano. Sono proprio tutta sbagliata, anzi, sono giustissima per stare immobile; sbagliatissima per qualsiasi movimento oltre lo sbadiglio. Sapete che è? Forse ho voglia di essere triste, ho solo voglia di sfogarmi un po', ho voglia di stare un po' chiusa a riflettere. Ma riflettere su cosa, poi? Staccatemi la spina del cervello, vi prego.

martedì 17 febbraio 2009

Extraterrestre....


"Nulla cambia. E nulla cambierà. Devi solo imparare a convivere con te stessa" mi scrivevo qualche mese fa sul diario. Aspetta. Ma ora, se qualcosa dovesse cambiare cosa faresti? Allora arriverebbe davvero la paura. Allora dovresti avere la forza di rompere il guscio, di far vedere che il guscio puoi romperlo con un colpo secco e senza farti male. Oppure potresti ricominciare tutto da capo. In un altra città, con altre persone, con altri luoghi. Questi, per quanto possano essere belli e significativi sono saturi, e dovresti trovare la forza di prendere tutto e trasferirmi, puoi farlo. Tuo padre ti vorrebbe architetto. Ma tu vuoi fare l'architetto? Forse. Potresti solo suonare, nella tua vita. Potresti farlo in un posto lontano da qui. Oppure lontanissimo... Magari una stella...

Extraterrestre... Portami via Voglio una stella... Che sia tutta mia Extraterrestre... Vienimi a pigliare Voglio un pianeta... Su cui ricominciare...

giovedì 5 febbraio 2009

Discorsi di una rockstar deceduta

Ce la farò? Non ce la farò? Notizie buone tutte insieme non portano mai nulla di buono, continuo a ripetermelo. Non me l'hanno mai portato, qualcosa di buono. Eppure continuo a sperare, nonostante tutte le mazzate, che tu, Dea Musica, mi hai riservato. Proprio te, Musa. Qualcuno diceva che ci saresti sempre stata, ma non ti trovavo mentre cercavo di suonare su un pianoforte, non ti trovavo quando per te ho pianto, non ti trovavo quando le cose per me erano ingiuste. Avevo solo il mero ricordo di quelle canzoni, quelle canzoni che suonavamo, potevo solo riascoltarle, potevo solo accennarle con una chitarra acustica, e canticchiarle. Da sola. Ma non sarebbero mai state le stesse, mai più. Loro avrebbero avuto un altro cantante, io avrei avuto la mia chitarra e la mia voce. E' stato bello giocare a fare la rockstar con voi, ragazzi, a dire la verità mi sono proprio divertita. Gli occhiali da sole enormi, il sonno del primo pomeriggio, le birre fredde nel piccolo frigorifero, la batteria sconquassata, la tastiera dagli effetti ridicoli, tutto è stato bello, finché è durato. E' per questo che mi è così difficile ricominciare da capo senza di voi, con un altro gruppo. La band è come una famiglia, è difficile farla, mantenerla, metterla a posto, migliorarla. E una volta che l'hai fatta, mantenuta, messa a posto e migliorata, c'è qualcuno che prende il tuo posto. E così la Dea mi ha ucciso, di nuovo. Ora che ci ripenso sì, ho praticamente smesso di drogarmi di musica come un tempo, ho smesso di alzarmi con la radiosveglia accesa, ho smesso di sentire la musica durante la giornata, a tutte le ore. Ma realmente, è lecito prendersela con lei? Con la Dea? Ma sì. Sì che è lecito. Mi ha fatto soffrire, altrochè, e mi farà soffrire ancora, ma sapete com'è. Non è bene ricoprire gli idoli d'oro, perchè quando stacchi le mani da essi avrai le mani impomatate d'oro.
Un po' d'oro mi è rimasto, dunque.
Penso che magari lo adopererò.