mercoledì 23 luglio 2014

Statistiche estive. The revenge.

Fino a qualche anno fa mi divertivo a fare le statistiche di ogni estate. Mi sembrava tutto così scontato, che il fatto di andare al mare tutti i giorni e non fare niente per qualche mese non mi pareva così una gran cosa. L'estate così si poteva definire ben riuscita quando avevo conosciuto gente, quando mi ero abbronzata ben bene, quando avevo tinto i capelli di un bel colore, quando ero stata brava al saggio estivo di musica e quando i miei amici citofonavano a casa tante volte per uscire, e io scendevo ogni sera coi capelli bagnati e elaborate architetture di eyeliner sulle palpebre. L'estate si poteva definire mal riuscita quando c'erano stati troppi litigi, quando avevo passato molto tempo a sudare davanti al pc e troppo poco in spiaggia, quando al saggio di musica avevo preso troppe stecche e quando l'ennesimo ragazzino belloccio si era fidanzato con qualcun'altra lasciandomi sotto l'ombrellone da sola a leggere il Giovane Holden.
Bene.
Adesso mi rendo conto di quanto quelle statistiche e quei bilanci fossero assolutamente irrilevanti, perché ogni estate, nel bene o nel male, aveva sempre qualcosa da offrire. Che fosse la spiaggetta vicino casa o un viaggio studio lontano; che fosse uno spettacolo musicale in piazza o una birra tiepida al parco, di pomeriggio; che fosse una camminata con un ragazzo carino, che comunque non mi avrebbe mai guardata in quel senso.. I giorni erano così pieni, ma allo stesso tempo erano carta bianca che fremeva dalla voglia di essere scritta, e io scrivevo sempre: musica, parole, risate, anche un po' di sana adolescenziale tristezza.
Adesso i miei giorni sono carta scritta infinite volte con cose diverse; stropicciati, ingialliti e macchiati di inchiostri di colori diversi.
Faccio le stesse cose sbagliate, ogni giorno: dormo male, dormo troppo, dormo poco. Lavoro, torno a casa, mi propongo di studiare, ci provo, mi innervosisco, impazzisco. Le persone mi sembrano tutte sbagliate o troppo poco giuste, solo un pericolo da allontanare, salvo pochissime eccezioni. Ho pensato e ripensato e ripensato, ho fatto sogni di posti lontani e strani. E quello che ho capito è che me ne devo andare da qui. Al più presto.