giovedì 10 settembre 2009

Mah.


Niente. Pomeriggio ipnotico di metà settembre, io chiusa in casa con un sacco di pippe per la testa. Lui e i test d'ingresso. Ma che accoppiata... E poi "sono usciti i risultati"... Vado a vedere! Apro l'elenco e... Lettera A... Lettera B... Lettera C......... e sempre così avanti. Io non ci sono. Non faccio parte dei "magici" 80 che entreranno in quell'università. -Ma come?- chiederanno i compagni di classe alla rimpatriata di venerdì, -tu l'inglese ce l'hai nel sangue...-. Già. Ma evidentemente non abbastanza. Non è sufficiente. C'è qualcuno che sa qualche regola più di me e quindi passa avanti, perchè sì, le lingue sono fatte di regole, ovvio... Chissenefrega se poi vado a Londra e so cavarmela meglio di quelli che sanno i phrasal verbs a memoria, chissenefrega se poi, bravo quanto ti pare, ma quella pronuncia da cane arrabbiato che neanche ti capisci quando parli non te la togli. Me lo ricordo, il mio vicino di banco al test, mi ricordo anche il suo nome. E altre cose... Quegli occhialetti calati sul naso, quella borsa di scuola piena zeppa di libri, che io pensavo "ma a che gli servono i libri, che è qui per fare un test...???", quel fare aristocratico e quel coprire il foglio con una mano per assicurarsi che nessuno stesse copiando da lui. Lui su quell'elenco c'è.

giovedì 20 agosto 2009

So dazed & confused °_°


Help!... avrebbero cantato i Beatles. Già, ma quand'è che si chiede proprio aiuto? Quand'è che non ci se la fa più? Insomma... Una situazione così non mi era mai capitata in diciannove anni... O forse sì e non me n'ero mai accorta. Ma cosa succede? Niente. Niente. E' questo il problema. Un po' il pensiero dell'università incombe spesso, forse è la mia giovane età che abbraccia in toto anche solo il pensiero di andarmene da qui... Eppure una parte di me pensa proprio che non ce la farà ad allontanarsi troppo da casa. Troppi ricordi. Troppa vita. Ma evidentemente non abbastanza da alienare tutta la brama di andare via via via, lontano. Proverò i test a Bologna e Trieste. In cuor mio spero che a Bologna vada male, per potermene andare ancora più lontano, davvero lontano. A Trieste. Alle soglie di questo Paese la cui mentalità mi fa soffrire terribilmente tutti i giorni, il Paese in cui o sei fascista, o sei comunista, o sei fuori. AUT. E non posso soffrire quasi più nessuno, mi sembrano tutti terribili ed irritanti, persino le persone che frequento ormai da anni. Che lo siano davvero? Oppure è questa brezza soffice carica di novità che mi fa vedere tutto con occhi diversi, e magari, nuovi? Non avrei mai voluto desiderarlo, avrei voluto rimanere felice QUI, illudendomi che non ci sia niente che non vada. Già. Non c'è niente che non va. Ma non c'è neanche qualcosa che realmente vada come vorrei. Dazed & Confused. Yah.

mercoledì 24 giugno 2009

La vera notte prima degli esami. Diffidate dalle imitazioni.

E' arrivata. Non ci crederete. E non ci credo neanche io. Dopo diciotto anni, la Notte Prima Degli Esami è giunta anche per me. E' una serata perfettamente identica alle altre, se non fosse per il fatto che il cuore batte forte, e la testa pensa:- E' la Notte-. Stasera passeggiatina sul lungomare e foto di rito con gli altri tredici eroi che domani faranno l'esame con me. Cinque anni fa eravamo ventotto. Sinceramente la Notte mi ha colto alla sprovvista, non me l'aspettavo così presto. Ho sempre pensato alla Notte con festini fino alle sette della mattina, a bevute devastanti per poi arrivare il giorno dopo praticamente distrutti. La Notte non è questo, o almeno, non soltanto. E' rendersi conto della Vita. Che ti scorre tra le dita come fosse sabbia in una clessidra. Impercettibile, costante, ininterrottamente. La canzone Notte Prima Degli Esami l'ho già sentita, sentita e strarisentita. Vi dirò, preferisco i Genesis, o i Pearl Jam. Sentire "The Carpet Crawlers" mi ha calmata da un turbine di informazioni spiacevoli che ho percepito durante la passeggiata (chiacchiere di ex Maturande:- Il vostro presidente??? E' tremendo... Guà lasciate perde che non vi fa copià!-). Lungomare pieno di turisti e maturandi. In genere viaggiatori. I turisti sono arrivati nella bella località di mare come ogni anno, noi viaggiamo sino ad arrivare ad un gradino dalla tanto sognata università. Ah. Tempus fugit, c'avevi ragione, Seneca. Una cosa non l'ho ancora capita. Ma nella canzone, come facevano i quattro ragazzi a portare il pianoforte sulla spalla?

venerdì 29 maggio 2009

...Beautiful friend. The End

Non ci posso credere.
Siamo davvero arrivati alla Fine di questi cinque anni. Ancora non realizzo, mentre respiro l'aria familiare del Casermone camminando per i corridoi variopinti. Mitico Liceo. Che ci ha visti per cinque anni di mattina presto, di mezzogiorno, di pomeriggio e persino di sera, quando l'abbiamo occupato a novembre. La mia adolescenza è legata a questo Casermone, per gli sguardi ai ragazzi che mi sono piaciuti in cinque anni: le appostate alla fotocopiatrice per vederLo, le visite all'aula fumatori in prima liceo, per darsi un tono... E tante passeggiate in ogni dove, le chiacchierate con la bidella dell'aula computer che mi metteva Patti Smith durante il compito di chimica. E Because The Night risuonava placida per tutto il corridoio superiore del Liceo, lasciandomi lavorare tra redox e bilanciamenti, felice. La palestra. Il salto in alto che odiavamo, la resistenza che ci spompava, le partite a calcetto maschi contro femmine, SEMPRE. Non abbiamo mai vinto in cinque anni, noi ragazze. Gli scleri coi prof, il PET, i pomeriggi alla redazione del giornalino scolastico, l'inquetudine di dover stare ore ed ore a scuola e la leggerezza di uscire alle quattro del pomeriggio, con un fascio di articoli sotto il braccio e la Peugeot metallizzata che mi aspettava fuori. A una settimana, la Fine.

domenica 10 maggio 2009

It is NOT easy

E rieccomi qui.
Con un nuovo ragazzo, una nuova band, un nuovo esame, tante cose da fare... Tipo un futuro da scegliere. Premetto che la mia maggiore aspirazione nella vita è scrivere, ma ho un problema: non so di cosa scrivere. Mettiamo che qualcuno mi dica: avanti, scrivi di questo, questo e questo. Ok, fin lì ci sono. Ma non riesco a scrivere di storie che mi appartengono, di esperienze mie. Mi sento egoista a scrivere di me. A parte in questo piccolo angolo del web dimenticato da tutti, ovvio. Spero in ogni caso di non diventare una letterata fancazzista, ma di concludere qualcosa. Anche se mi scoraggiano tutti. E poi l'amore. Secondo voi è vero che un amore in realtà non si rimuove mai del tutto? Io credo di sì. Almeno finchè c'è quel maledetto grillo parlante che risponde al nome di ricordo. E non riesco a capire che cosa voglia dire essere realmente innamorati, nonostante ci stia provando con tutte le mie forze. Sono innamorata del ricordo, di quello sì. Tanto innamorata come non lo ero di quella persona. E di quella che ho ora? Non lo so, sono stata felicissima per una settimana, e ora mi trovo come la bambina insoddisfatta che ha ottenuto il lecca lecca a forma di cuore, lo ha addentato, e, vedendo che pur essendo dolce non è riuscita a morderlo perchè troppo duro, è rimasta delusa e amareggiata. E questo sarebbe giocare? E' un gioco che non mi piace.

mercoledì 15 aprile 2009

Mille giorni di te e di me...

Noi due. Un anno fa. L'emozione di quella giornata sui gradini di Piazza di Spagna, il mio braccio attorno alla tua vita e la mano stretta al tuo fianco. I tuoi occhi, la tua voce.
-Ho paura di tutta questa gente- mi dicesti.
-Anche io. Ma non siamo soli adesso-...
Ora lo siamo. E tu mi dici che non mi hai mai amato, che sono come tutte le altre.
Per me no, tu non sei e non sarai mai come tutti gli altri... E ti dedico queste splendide parole, sperando che tu possa apprezzarle...

Il nostro amore non diventò una pira funeraria.
E allora? Allora si spense, calò? O non è mai esistito?

Io mi nascosi in te poi ti ho nascosto
da tutti e tutti per non farmi piu' trovare
e adesso che torniamo ognuno al proprio posto
liberi finalmente e non saper che fare
non ti lasciai un motivo ne' una colpa
ti ho fatto male per non farlo alla tua vita
tu eri in piedi contro il cielo e io cosi'
dolente mi levai imputato alzatevi

chi ci sara' dopo di te
respirera' il tuo odore
pensando che sia il mio
io e te che facemmo invidia al mondo
avremmo vinto mai
contro un miliardo di persone
e una storia va a puttane
sapessi andarci io...

ci separammo un po' come ci unimmo
senza far niente e niente poi c'era da fare
se non che farlo e lentamente noi fuggimmo
lontano dove non ci si puo' piu' pensare

finimmo prima che lui ci finisse
perche' quel nostro amore non avesse fine
volevo averti e solo allora mi riusci'
quando mi accorsi che ero li' per prenderti.

chi mi vorra' dopo di te
si prendera' il tuo armadio
e quel disordine
che tu hai lasciato nei miei fogli
andando via cosi'
come la nostra prima scena
solo che andavamo via di schiena

incontro a chi
insegneremo quello che
noi due imparammo insieme
e non capire mai
cos'e' se c'e' stato per davvero
quell'attimo di eterno che non c'e'
mille giorni di te e di me...

ti presento
un vecchio amico mio
il ricordo di me
per sempre per tutto quanto il tempo
in questo addio
io mi innamorero' di te...


giovedì 19 marzo 2009

Alle volte mi fermo un po'

E anche i 100 giorni all'esame sono andati.
Tre mesi o poco più. Cento giorni. Duemilaquattrocento ore ad un esame come tanti altri. E giornate che passano come fossimo tutti sull'orlo di un precipizio, tra un sole sgargiante che ci impedisce di studiare quando dobbiamo, e una pioggerella fitta che batte sui vetri della nostra macchina quando usciamo. Una musica diffusa. Anni '80, e si mettono d'accordo tutti, nessuno fiata più in macchina, tutti chiacchierano, del più e del meno. Persone gentili, persone pazienti, persone esigenti, persone assonnate, persone "oh, frena", persone "dai accelera", persone "guarda che la precedenza è tua". Quanta gente sarà mai entrata nella tua macchina, te lo sei mai chiesto? Quanti tuoi amici con cui non esci più, quanta gente che è andata a studiare a Milano e non si è più vista in giro... Meno male che ora c'è il facebook, il netlog, msn, e tanta altra roba. Vedi foto fighissime, leggi poesie struggenti, ti informi dei cazzi di chissà chi, discerni album che danno sfogo all'egocentrismo più interno e recondito che c'è dentro di noi. Perchè c'è. Non pensate che siamo tutti Dr. Jeckyll o tutti Mr. Hyde. Tutti possono essere tutto, ed in fondo nessuno è così tanto diverso come si crede, neanche se gira con i capelli verdi e il pantacollant leopardato strizzatissimo, con le chapet al vento. Il vero diverso non lo fa notare, lo sa. Sa dentro di sé di non essere come gli altri, ma non per questo deve necessariamente darsi alla misantropia o portare magliette con su scritto Odio gli umani, si può benissimo vivere una vita da diversi anche in mezzo agli altri, modulando i propri comportamenti con l'umore, con le circostanze, con la giornata, in modo assolutamente normale. Ma viviamo nel momento Io del mondo, il mondo è fatto da io io io io io io io, io che sono meglio di te, io che ho le foto più belle delle tue perchè ho photoshop e tu no, io che ho i commenti fighi sul netlog per farti vedere chi vale. Sembrano stronzate, vero? Invece sono robe all'ordine del giorno. Chissà dove ci porterà la società dell'io. Secondo me, alla società dell'anonimato. Del non-io. E' impossibile pensare che tutta questa gente non si stuferà mai di ciò. Di essere "semplicemente me stessa" o "Inequivocabilmente super.me". SuperChicca, SuperFra, SuperTutti. Ma 'sta gente nella vita dove sta?

venerdì 6 marzo 2009

Forse che sì, forse che no


Strange days have found us...
Scuola, stamattina. La solita folla immensa del liceo grande come una caserma, tutte le facce uguali, assonnate, divertite, arrabbiate, allegre, curiose. Ma sostanzialmente tutte uguali. Determinazioni in concreto diverse di poco le une dalle altre, ma che formano un soggetto unitario. Un soggetto unitario che è grigio, sfuocato e rumoroso. Ecco la Coppia Felice che passa. Stamattina sorseggia due succhi di frutta, e si guarda amorevolmente. La Coppia Felice c'è in ogni liceo... Quei due che stanno insieme dalla notte dei tempi, che vedi tutte le mattine passeggiare per i corridoi del Casermone. Se guardi quelli sembra sempre una bella giornata. Che fuori ci sia un temporale, che abbiano il compito in classe del secolo o la scuola sia invasa dai pidocchi, loro sono sempre lì, che cinguettano alla facciaccia tua. Poi ci sono i compagni di classe: i secchioni. Il pazzo schizzato. Il simpatico che intona le canzoni napoletane e dedica "Tu si na cosa grande pe me" alla professoressa di scienze che per poco non si scioglie. La depressa del primo banco, con gli occhi sbarrati e il bicchierino di caffè sotto al banco. La bella, che riceve le rose a ogni San Valentino e a cui passano tutto il compito di matematica. La figlia dei fiori, che ogni mattina arriva con quella specie di sacco dell'immondizia che si ostina a chiamare zaino e dichiara solenne:- Ragà, non so niente-. L'alternativo, che arriva in classe cantando Redemption Song e che inventa tutte le parole. La sognante, quella che tutti deridono, ma a lei non importa. Lei non se ne rende conto, lei se ne frega di quanto possa essere ingiusto chi la motteggia, e non lo calcola, è splendidamente indifferente. E infine io. Che non so definirmi. E non so come mi vedono gli altri. Forse dovrei prendere un po' da tutti loro. Essere sognante, alternativa, bella, simpatica, figlia dei fiori e Coppia Felice. Chissà se un giorno mi ricorderò di tutti loro, di tutte queste immagini, del Casermone e di questi cinque anni... Forse che sì, forse che no. Visto con l'occhio di un narratore omnisciente, tutto appare bello e posato, ed è così se non inquadri qualcosa... Se non focalizzi la tua attenzione su niente ma guardi la totalità. Perchè in realtà, se focalizzi non è una bella giornata. Perchè? Perchè... Beh, perchè Marco se n'è andato e non ritorna più. Ma tu guarda che razza di citazioni mi tocca fare.

giovedì 26 febbraio 2009

Rotolando giù per la collina dei ciliegi.


Tazzona di caffè sulla scrivania, libro di filosofia aperto. Ancora lui. Hegel, Hegel, Hegel, mi ti sogno pure la notte. Pensieri sparsi, canzoni a pezzetti ancora da studiare, una compunta inquietudine mi pervade per tutto lo stomaco. Tranquilla, usuale. Un pezzo di "Do the evolution", e poi subito i Cure, Lovesong. "I will always love you".... Sì, aspetta che è vero.
Ma secondo voi è meglio scrivere quando si hanno tantissime cose da dire o quando si è vuoti? Secondo me le due cose sono vicine più di quanto non si creda. C'è gente che ha tantissime cose da dire e non le dice, ad esempio. Però ti guarda, ti fissa, te ne accorgi quando ti fissa qualcuno che avrebbe tante cose da dire. E ti verrebbe voglia di dargli una sberla.
Oggi è una giornata strana, ma tutto, tutto questo periodo ha un che di strano, mi sembra quasi di essere attaccata al Matrix e di avere la vera me stessa spaparanzata in una vasca con uno spinotto piantato dietro al collo. Sono solo una copia sbiadita di me stessa, in poche parole? Possibile.
Rispondo alle domande delle altre persone, senza capire realmente che domande siano.
Mi lascio trasportare dalla fiumana dei compagni, ma senza capire realmente dove stia andando.
Studio cose su cui rifletto, ma la cui essenza non mi appartiene.
Ascolto canzoni, una dopo l'altra, un artista dopo l'altro, senza pensare mentre clicco sul mouse.
Staccata dal mondo.
Il telegiornale dice: EluanaGliOmosessualiLaPoliticaL'ItaliaInDeficitNonC'èNullaCheVadaBene. Ma io non riesco a filtrare più nulla. Sono un enorme contenitore di informazioni, sentimenti, stati d'animo, nocivi e non, che non riesco più a discernere e a catalogare. Poi l'illuminazione. "Ma non ti accorgi che è solo la paura che inquina e uccide i sentimenti?". E' Battisti. Lo dice con tono indifferente, dal mio lettore cd, dall'alto di una canzone che si chiama La Collina dei Ciliegi. Sembra che lo stia dicendo solo a me, sembra che vglia dire proprio: "Ma cretina, la smetti di farti le pippe mentali?" tanto che mi viene da sorridere. Guarda, sai che è? C'hai ragione. E tutto il restooo è noiaaaaaa.

lunedì 23 febbraio 2009


Ci sono giorni in cui sei un po' triste. Un po' triste perchè sì, neanche tu lo sai.
Ci sono giorni in cui sei un po' felice. Poi arriva qualcosa di bellissimo, ma sai che non potrai averlo, e diventi un po' triste.
Vabbè, basta con ste cavolate. Sono triste e basta. Triste perchè... Vi è mai capitato di sentirvi ignorati dalle persone? Di sembrare un po' lo spiritello invisibile della situazione? Sì, la primavera è già un po' nell'aria, con tutto che fa freddo, con tutto che gli esami di Stato si avvicinano imperterriti... Per tutti meno che per me. La primavera sembra non vedermi, anzi, addirittura sembra passarmi davanti, farmi un sonoro pernacchione e correre via, come i ragazzini che suonano ai campanelli e poi scappano. Sono proprio tutta sbagliata, anzi, sono giustissima per stare immobile; sbagliatissima per qualsiasi movimento oltre lo sbadiglio. Sapete che è? Forse ho voglia di essere triste, ho solo voglia di sfogarmi un po', ho voglia di stare un po' chiusa a riflettere. Ma riflettere su cosa, poi? Staccatemi la spina del cervello, vi prego.

martedì 17 febbraio 2009

Extraterrestre....


"Nulla cambia. E nulla cambierà. Devi solo imparare a convivere con te stessa" mi scrivevo qualche mese fa sul diario. Aspetta. Ma ora, se qualcosa dovesse cambiare cosa faresti? Allora arriverebbe davvero la paura. Allora dovresti avere la forza di rompere il guscio, di far vedere che il guscio puoi romperlo con un colpo secco e senza farti male. Oppure potresti ricominciare tutto da capo. In un altra città, con altre persone, con altri luoghi. Questi, per quanto possano essere belli e significativi sono saturi, e dovresti trovare la forza di prendere tutto e trasferirmi, puoi farlo. Tuo padre ti vorrebbe architetto. Ma tu vuoi fare l'architetto? Forse. Potresti solo suonare, nella tua vita. Potresti farlo in un posto lontano da qui. Oppure lontanissimo... Magari una stella...

Extraterrestre... Portami via Voglio una stella... Che sia tutta mia Extraterrestre... Vienimi a pigliare Voglio un pianeta... Su cui ricominciare...

giovedì 5 febbraio 2009

Discorsi di una rockstar deceduta

Ce la farò? Non ce la farò? Notizie buone tutte insieme non portano mai nulla di buono, continuo a ripetermelo. Non me l'hanno mai portato, qualcosa di buono. Eppure continuo a sperare, nonostante tutte le mazzate, che tu, Dea Musica, mi hai riservato. Proprio te, Musa. Qualcuno diceva che ci saresti sempre stata, ma non ti trovavo mentre cercavo di suonare su un pianoforte, non ti trovavo quando per te ho pianto, non ti trovavo quando le cose per me erano ingiuste. Avevo solo il mero ricordo di quelle canzoni, quelle canzoni che suonavamo, potevo solo riascoltarle, potevo solo accennarle con una chitarra acustica, e canticchiarle. Da sola. Ma non sarebbero mai state le stesse, mai più. Loro avrebbero avuto un altro cantante, io avrei avuto la mia chitarra e la mia voce. E' stato bello giocare a fare la rockstar con voi, ragazzi, a dire la verità mi sono proprio divertita. Gli occhiali da sole enormi, il sonno del primo pomeriggio, le birre fredde nel piccolo frigorifero, la batteria sconquassata, la tastiera dagli effetti ridicoli, tutto è stato bello, finché è durato. E' per questo che mi è così difficile ricominciare da capo senza di voi, con un altro gruppo. La band è come una famiglia, è difficile farla, mantenerla, metterla a posto, migliorarla. E una volta che l'hai fatta, mantenuta, messa a posto e migliorata, c'è qualcuno che prende il tuo posto. E così la Dea mi ha ucciso, di nuovo. Ora che ci ripenso sì, ho praticamente smesso di drogarmi di musica come un tempo, ho smesso di alzarmi con la radiosveglia accesa, ho smesso di sentire la musica durante la giornata, a tutte le ore. Ma realmente, è lecito prendersela con lei? Con la Dea? Ma sì. Sì che è lecito. Mi ha fatto soffrire, altrochè, e mi farà soffrire ancora, ma sapete com'è. Non è bene ricoprire gli idoli d'oro, perchè quando stacchi le mani da essi avrai le mani impomatate d'oro.
Un po' d'oro mi è rimasto, dunque.
Penso che magari lo adopererò.

mercoledì 28 gennaio 2009

Trash o non trash...? Questo è il problema.

Illuminatemi, o amici bloggers. La questione è di vitale importanza e attanaglia il mio fragggggile animo da un po'. Orbene, vi illustro la situazione. Non ho avuto il computer per circa due settimane per causa di forze maggiori (Virus... Sigh Sigh) ed essendo colta & massacrata dalla sindrome di Astinenza da Digitamento su Tastiera di Computer (semplicemente identificabile con la sigla A.D.T.C.) che cosa ho fatto? Ho afferrato la cosa più simile alla tastiera di un computer che ho trovato, ovvero... Il tramite del Non Sapere, l'oggetto di quella tortura massacrante e pedissequa che risponde al terrificante nome di... zapping. Il telecomando. (Avete ragione, c'è anche la tastiera del pianoforte, ma sul pianoforte mi ci smazzo già diverse ore al giorno, direi che per lo svago posso anche fare altro). E orbene, afferrato il tastiforme arnese, mi si è aperto un mondo che ormai non visitavo da tempo, fatta eccezione per: a) Per Un Pugno Di Libri la domenica pomeriggio; b) Qualche sparuto film; c) Bear Nella Grande Casa Blu il sabato mattina, fonte di gioia quotidiana e affatto effimera. Ebbene sì, vedo pochi telegiornali; sull'attualità sono ignorante come una capra e non me ne vanto, ho sprecato le mie ultime forze nel leggere il decreto Gelmini in toto e per ora mi fa comodo rifugiarmi nella storia di qualche libro piuttosto che aprire gli occhi. Ma dunque, non sono ancora arrivata al punto... Il punto di cui voglio parlarvi si chiama X Factor, e gira e rigira ormai sono diventata una (quasi) spettatrice modello in sole due settimane. Sono riusciti a forgiare anche me? E psichicamente, cosa mi ha spinto a intraprendere la visione di un volgarissimo talent show? Me lo sono chiesta, e qualcosa in me ho trovato. Intanto, strano ma vero, musica. Non è tutto da buttare insomma, anche perchè quando attaccano a litigare io giro perchè non mi interessa. Ho scoperto canzoni mica male in queste ultime puntate, "Anche un uomo" di Mina, tanto per dirne una, ma anche "Ragazzo di strada" dei Corvi mi ha sorpreso, sono appassionata della musica sessantiana italiana, pur sapendo che è scopiazzata dalle varie bands anglo/statunitensi di cui qui non si conosceva neanche l'esistenza. Poi lunedì sera un certo Matteo mi ha fatto una versione di "Starman" su cui io ero partita un bel po' troppo prevenuta, ma effettivamente mi ha lasciato abbastanza stupita, forse la dovrei smettere di darmi arie da musicista colta del cavolo. Anche questa è musica, anche se passa da un volgarissimo schermo colorato e perlopiù insignificante, anche se non è presentata in un' elitaria sala da concerto, anche se forse è corrotta, compromessa, insidiata, modificata. Ma dove non lo è? Chapeau per la rivisitazione italiana del Duca Bianco (molto personale, comunque) al sopracitato Matteo, sguardo di noia invece sui rokkkkkettari convinti, che comunque ci sono dovunque, anche ad X Factor (e non parlo dei Bastard). Fosse così facile smettere di giudicare, mantenere cioè ben salda quella sottile linea che separa il parere effettivo dal giudizio compromesso da chicchessia, il giudizio sullo stereotipo di chi ti guarda le borchie con terrore negli occhi, e, purtroppo, anche di chi ostenta e shorina questo tipo di abbigliamento. E' difficile aprire tutte le porte e guardare in tutte le stanze contemporaneamente, oh com'è difficile.

domenica 25 gennaio 2009

Anche un uomo


Ragazza mia ti spiego gli uomini
ti servirà quando li adopererai
son tanto fragili, fragili tu
maneggiali con cura
fatti di briciole, briciole che
l'orgoglio tiene su
ragazza mia sei bella e giovane
ma pagherai ogni cosa che otterrai
devi essere forte ma forte perché
dipenderà da te
tu sei l'amore il calore che avrà
la vita che vivrai.
Anche un uomo può sempre avere un'anima
ma non credere che l'userà per capire te
anche un uomo può essere dolcissimo
specialmente se al mondo oramai
gli resti solo tu.
Ragazza mia adesso sai com'è
quell'uomo che mi porti via e vuoi per te...