lunedì 10 maggio 2010

Tristezza cosmica


Lo stendino coi panni è stato costretto ad essere rientrato dal balcone. Piove ancora.
E' maggio, sì, eppure è come se non lo fosse, la natura sembra molto solidale con me quest'anno.
Anche lo stendino dei panni mi sembra tanto triste, davanti alla finestra ma al calduccio degli interni, mentre guarda la pioggia anche lui. Anche i panni che penzolano sembrano tristi. Sono tutti vestiti scuri, a parte un pigiama rosso e panna. E poi penzolano proprio in modo triste. Non so come ma sembra proprio così. E il sugo che borbotta nella pentola, anche lui sembra triste, sembra lamentarsi. Mi sembro proprio una bambina, a volte. Resto a guardare le mie vecchie foto per un'eternità, e lo so che non era affatto tutto bellissimo e che ora ho un'intera metropoli fuori dalla finestra, eppure un po' mi viene da sorridere. Lo smog fa diventare grandi tutto d'un colpo.
Poi sbircio un po' le Sue foto. Anche qui è come se mi sentissi un po' in colpa, come se stessi rubando le crostatine del mulinobianco dalla dispensa. Una foto l'ho addirittura salvata sul pc. E' proprio bella, c'è lui con un cappello a dir la verità un po' ridicolo ma poi quegli occhi fantastici che si vedrebbe anche a due chilometri che sono blu blu blu come il mare. Quantomeno terrò lì quella foto col pretesto che è una cosa bella. Una cosa bella come una passeggiata soleggiata per Villa Borghese di mattina presto, una cosa bella come una pasta col pomodoro fresco e una cosa bella come quella sensazione di piacevole vuoto che avverti dopo aver fatto un -mio dio- esame. Chi può privarti delle cose belle, dopotutto.

giovedì 6 maggio 2010

I principi costituzionali sulla giurisdizione...

... Ma vaffanculo.
Non me ne importa nulla del diritto, invece dovrò passarci i prossimi quindici giorni téte a téte.
H
o ripreso a scrivere sempre perché mi manca qualcosa. Diari vuoti per tutta l'estate, non una citazione, non un racconto... E' proprio strano che quando hai l'amore tra le mani non sai che capperi raccontare. Cioè sì, ok, siamo felici, mh, andiamo in giro e la gente ci ferma e commenta ma che splendida notizia e te la meriti proprio una persona così, per poi aggiungere alla persona dei due che si conosce di meno sei proprio fortunato sai? E sorrisi, convenevoli, pacche sulle spalle e brezza marina intorno, proprio così. Sono uscita da questo mondo, ora. Sono stata buttata fuori dal cerchio e ora vedo le cose con più lucidità, tanto che ho ripreso a scrivere, immortalare, appuntarmi, segnare tutto ciò che più o meno mi suscita emozioni: un quartiere di Roma all'alba e un vecchietto che mi dice bongiorno signorì mentre accompagna a spasso il cane, una foto a una saracinesca semi abbassata intitolata gli impedimenti inutili e una serata a spasso in città con musica punk rock e la guida spericolata della mia compagna di università. E' tutto inedito, e per questo assolutamente splendido. Non mi manca niente, in realtà.
Esco, vado a fare la spesa e compro tutte cose sane per poi ricacciare il barattolo da un kilo di Nutella che ho a casa e che non finirà MAI. Basta una rosetta; e insalate, zucchine e funghi surgelati vanno a farsi benedire. Già.
Vado a dormire alle cinque e mezzo del mattino quando albeggia, e io ho troppa caffeina in corpo per prendere sonno così mi addormento alle otto e mi risveglio alle due. Poi studio diritto, controvoglia.
Vorrei suonare ma mi fa male il polso per la tendinite. Vorrei. Sono fuori allenamento, devo devo suonare.
E poi essere contattati per un concerto per bands e scoprire che la tua non ha alcuna intenzione di farsi il culo due settimane per andarci. Ma sì, c'è tempo per un laiv con i controcazzi, perbacco, certo che sì. Quante band ho visto finire per la storia del concerto sfanculato.
Guardare le partite e la Juve che fa schifo, ma ai mondiali dove vogliamo andare che praticamente la nazionale sarà mezza Juventus? Da nessuna parte, forse. Non si ha mica sempre una meta.
Andare a lezione di pianoforte e scoprire che le tue due settimane di studio sulle Suites Inglesi sono interpretate come una quasi-lettura a prima vista. Bene. Certo, non c'è niente che non va.